Il commercio italiano subordinato a dazi italiani e sanzioni russe
L’Italia dell’import-export è appesa a un filo, o per meglio dire: è appesa alle decisioni che la Russia prenderà in contrasto alle sanzioni imposte da Europa e Stati Uniti ed ai dazi che l’Italia si appresta ad attuare per contrastare una crisi senza precedenti.
Ciò che è certo è che il mondo della logistica in generale sta vivendo un periodo di cambiamenti repentini, continui ed enormi – sebbene (si spera) provvisori – che si ripercuoteranno, ed in parte sta già accadendo, sulle aziende e sui cittadini.
La difficoltà enorme nel reperire materie prime, già presente prima della guerra ed ora ancor più accentuata, porta ad aumento vertiginoso dei prezzi praticamente in ogni settore, al partire dal più tangibile, quello del carburante, che porterà anche allo sciopero degli autotrasportatori.
La task force italiana
Il peso per l’Italia è quasi insostenibile, ma è una situazione a cui si deve necessariamente far fronte.
Nei giorni scorsi si è riunita al Ministero dello Sviluppo Economico la task force istituita pochi giorni fa dal Ministro Giancarlo Giorgetti con l’obiettivo di “valutare i contraccolpi del conflitto sulle filiere e sui prezzi delle materie prime”.
Rispetto ai problemi sollevati in relazione alle importazioni, il dicastero in particolare ha suggerito di supplire alla mancanza di grano duro “con acquisti in Canada”, sottolineando che sono ancora in fase di valutazione canali alternativi per reperire altre materie prime fondamentali come “argilla, ferro o semi di girasole”.
L'export italiano colpito duramente dalla guerra
Il “fronte italiano”, inteso come fronte commerciale, fa sapere attraverso il Mise che è al vaglio l’ipotesi di introdurre “restrizioni come dazi e autorizzazioni su alcune materie prime destinate alle esportazioni ma che servono alla nostra industria”.
Una mossa che ridisegna inevitabilmente l’export per quello che riguarda materiali come rottami di ferro, rame, argilla, nichel e prodotti per l’agricoltura.
Ma un colpo importante per l’export italiano arriverà proprio dalla Russia, con delle sanzioni che puniranno inevitabilmente dei settori produttivi strategici per il nostro Paese.
Il Cremlino ha infatti fatto sapere che il decreto in arrivo autorizzerà il governo a vietare o limitare l’esportazione e l’importazione di prodotti, attrezzature, componenti e materiali a con l’obiettivo di garantire il funzionamento dell’industria e dell’agricoltura.
Secondo la Coldiretti ad essere a rischio sono soprattutto “le vendite degli elementi base della dieta mediterranea come vino, pasta e olio in Russia, che sono scampati all’embargo, ed hanno raggiunto lo scorso anno il valore di 670 milioni di euro con un aumento del 14% rispetto al 2020”.
L’Italia è infatti tra i principali fornitori in Russia di vino, olio d’oliva, pasta e caffè: il blocco dell’esportazione di queste materie prime a causa del conflitto darà un duro colpo all’esportazione del Made in Italy, con un inevitabile domino su tutti i settori legati all’import-export di materie prime nel nostro Paese.