Come l’eolico sta modellando il mercato ed i porti
La tendenza alla transizione ecologica che abbraccia tutto il mondo ha spinto le imprese ad investire sempre di più nel green caratterizzato dall’energia eolica: un trend, questo, che porta con sé una serie di conseguenze non di poco conto, in termini positivi ed in termini negativi.
I progetti eolici, di dimensioni sempre crescenti a causa dell’aumento di richiesta di potenza, necessita infatti di un imponente rinnovamento del parco navale, in Italia e non solo.
Quella delle navi non è tuttavia l’unica peculiarità: accogliere pale eoliche di dimensioni così imponenti porta infatti alla necessità – non spinta solo da questo fattore – di un massiccio investimento nel rinnovo e nella costruzione di infrastrutture che – specie nel nostro Paese – fanno i conti con uno stato di arretratezza alimentato da una macchina burocratica decisamente poco sviluppata, argomento toccato già a più riprese sempre sul blog Buonefra.
L'arretratezza può essere il freno per lo sviluppo sostenibile?
Una situazione di stallo in questo senso potrebbe effettivamente minare quelli che sono gli obiettivi nel breve e nel lungo termine che molti stati si sono posti, che vedono proprio l’energia proveniente dall’eolico come una protagonista assoluta.
Gli impianti eolici Offshore, infatti, molto più produttivi di quelli terrestri, attireranno secondo le stime, nei prossimi trent’anni, investimenti per oltre tremila miliardi di dollari. Una cifra astronomica in veste green che non può certamente essere frenata da problematiche di natura infrastrutturale o di arretratezza.
Il mare dunque rappresenta la nuova principale fonte di energia, ed i porti, il motore del mare e della terra, saranno fondamentali per l’accoglienza e per la gestione della componentistica.
Logistica del mare al centro del futuro, dunque. Noi di Buonefra non avevamo dubbi.
L'esempio amerciano e la risposta europea
Anche questa volta l’esempio tangibile arriva dagli Stati Uniti, dove l’eolico rappresenta per molti la principale arma per affrontare il futuro in maniera sostenibile in un percorso di sviluppo economico crescente.
Tra questi lo Stato del New Jersey, che intende investire complessivamente un miliardo di dollari con l’obiettivo di diventare leader assoluto nell’industria dell’energia eolica offshore degli USA; un mercato che, allo stato attuale, vale almeno 100 miliardi di dollari.
Anche l’Europa tuttavia non resta a guardare: a Bilbao si sta consolidando ulteriormente il settore eolico.
Lo scalo basco è infatti già da tempo hub di esportazione dei principali produttori di componentistica eolica, oltre che sede di importanti insediamenti manifatturieri eolici.
Il dato eloquente è legato al primo semestre 2020 quando, in piena pandemia, la movimentazione di componenti per turbine eoliche del porto è stata di 96.711 tonnellate, facendo registrare un aumento del 23% rispetto allo stesso periodo 2019, in tempi pre-pandemia.
Gli investimenti nelle infrastrutture come chiave di crescita: a Bilbao sono stati terminati lavori per 112 milioni di euro relativi all’acquisizione di oltre 200.000 mq di terreno, nuovo spazio dedicato esclusivamente alla logistica dell’eolico, collegato alla nuova darsena, che figura tra i progetti UE Connecting Europe Facility 2014, che ha una linea di attracco di 1.120 metri e conta su una superficie complessiva di 362.000 metri quadrati.
Il porto di Bilbao è inoltre membro della piattaforma di WindEurope, che riunisce 22 porti europei che operano nell’ambito eolico.
Il futuro è tracciato, dunque, anche nel vecchio continente; chi sarà più bravo e rapido ad investire in innovazione ed infrastrutture avrà una crescita certa nei prossimi 50 anni. L’auspicio è che anche l’Italia prenda questa direzione al più presto, con l’ausilio dei fondi del PNRR che rappresentano una opportunità dal valore indiscutibile.