Dal lockdown pandemico al lockdown produttivo, cosa succede?
La settimana scorsa abbiamo parlato del progetto Cold Ironing per le banchine elettrificate che permetteranno alle navi di essere alimentate da terra nel periodo di ormeggio nei porti italiani, un’iniziativa che ridurrebbe notevolmente l’impatto ambientale che proprio la sosta delle navi – che si autoalimentano – hanno attualmente negli scali, nell’acqua, nell’aria ed a livello acustico (per rileggere l’articolo clicca qui).
Al tempo stesso ci siamo però posti una domanda: il progetto Cold Ironing porta numerosi benefici ed è indubbiamente innovativo, ma con il caro energia in corso cosa succede?
La decarbonizzazione ha portato le aziende di fornitura energetica a non riuscire più – da novembre – a soddisfare la domanda, mettendo in grave difficoltà il sistema dell’approvvigionamento di energia in tutta l’Europa.
Il caro energia, conseguenza naturale di questo fattore, sta mettendo in ginocchio migliaia di imprese, con naturale innalzamento di tutti i prezzi e ripercussioni importanti sul consumatore finale e su tutta la catena distributiva.
Ma mentre l’Europa vive questa situazione, il resto del mondo come se la passa? Vediamolo insieme…
L'Europa combatte una guerra in solitaria da 30 anni
Negli ultimi tre decenni l’Europa ha ridotto di un miliardo di tonnellate le proprie emissioni di C02.
Il resto del mondo al tempo stesso è andato invece nella direzione opposta, aumentandole di 13 miliardi ed azzerando totalmente tutti gli sforzi del vecchio continente, i nostri sforzi, che pur poco non sono costati.
La battaglia di principio, e concettualmente giusta, per la carbon neutrality, ha portato come risultato una UE che ha accumulato un importante svantaggio competitivo rispetto agli altri Paesi e Regioni del mondo.
Le forme di approvvigionamento energetico tradizionale sono ancora fondamentali? Probabilmente sì.
Le stime dicono che nel corso del 2022 i livelli della domanda di petrolio e carbone potrebbero superare i quelli del 2019. Questo perché le forniture di risorse rinnovabili sono evidentemente inferiori alle previsioni e non riescono a soddisfare i nostri fabbisogni energetici.
Lontani dal mondo a zero emissioni?
Il mondo a zero emissioni è pura utopia? No, ma alla luce della situazione attuale appare improbabile e per certi aspetti “poco sostenibile” che si possa realizzare qualcosa di simile in pochi anni.
Bisogna tenere presente le esigenze dell’ambiente, ma al tempo stesso non si può permettere che il GAP tra l’Unione Europea e gli altri Paesi del mondo – compresi quelli al confine come le nazioni nord africane, che dalle tematiche ambientali sono molto più lontane rispetto a noi- si allarghi ulteriormente. Le conseguenze per l’economia e per le aziende sarebbero davvero nefaste.
Bisogna dunque essere lucidi, e capire davvero fino a dove ci si possa spingere nella lotta alle emissioni in questo momento storico.
Il progetto Cold Ironing resta comunque importante e di assoluta validità, ma nel breve periodo ci saranno indubbiamente molte difficoltà dovute al caro energia. Nel lungo periodo, però, questa battaglia si dimostrerà probabilmente vincente.
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