Danni contenuti per l’Abruzzo dal fronte Russia-Ucraina
Abbiamo parlato nei mesi scorsi di come l’export sia stato il settore maggiormente toccato dal conflitto in Ucraina che prosegue ormai senza soluzione di sosta da fine febbraio.
Ma l’Abruzzo che di export vive, come reagisce?
Possiamo dire che la nostra regione, nonostante tutto, stia tenendo botta anche a quest’altra durissima emergenza arrivata – nei fatti – a seguito dei due disastrosi anni segnati dalla pandemia.
A trascinare l’export abruzzese continua ad essere l’automotive, con un valore superiore ai 4 miliardi, oltre la metà del totale delle esportazioni regionali.
L’esposizione abruzzese verso il fronte è nella sostanza “contenuta”, vediamo insieme perché…
I numeri dell'export verso est
Secondo i dati del Centro Studi di Banca Intesa, infatti, i flussi commerciali dall’Abruzzo verso Russia ed Ucraina sarebbero inferiori al milione di euro per quanto concerne il vino Montepulciano d’Abruzzo, e per circa 3.5 milioni di euro per quello che riguarda la pasta di Fara San Martino.
Il mobilio verso il mercato russo è pari al 4,4% (circa 5 milioni e mezzo di euro) delle esportazioni totali, mentre verso l’Ucraina non si raggiunge il milione.
Molto contenuta anche la situazione legata all’industria tessile, la cui esposizione alla Russia è pari al 4% del totale per quello che riguarda l’Abruzzo settentrionale, quindi l’area teramana, ed al 7% nell’Abruzzo meridionale, la perdita maggiore; per l’Ucraina l’esposizione è invece inferiore all’1%.
Export in crescita nonostante la guerra
Riportiamo le dichiarazioni del Direttore Regionale Intesa per Abruzzo e Molise al riguardo proprio dell’export nella nostra regione sulla base dei dati descritti proprio nella ricerca del Centro Studi Banca Intesa: “I dati dell’export distrettuale descrivono un sistema economico in ripresa. Tanto più in questo frangente storico siamo fortemente impegnati nel sostenere gli investimenti delle imprese, soprattutto in innovazione tecnologica, digitalizzazione, transizione green e valorizzazione delle filiere. Ovvero quei driver fondamentali per la crescita, in coerenza con il PNRR, che sono non a caso al centro dell’accordo sottoscritto da Intesa Sanpaolo con Confindustria che, nell’ambito di un plafond nazionale, mette a disposizione delle imprese abruzzesi un plafond di 2,6 miliardi di euro. Inoltre, consapevoli che ora molte imprese affrontano esigenze di liquidità e moratoria legate all’aumento delle voci di spesa, abbiamo messo a disposizione nuove misure finanziarie per supportare le PMI energivore e quelle il cui fatturato potrebbe risentire maggiormente del calo delle esportazioni, specie verso Russia e Ucraina”.