Cosa sta accadendo negli Stati Uniti?
Sono mesi concitati quelli che riguardano diversi porti commerciali degli Stati Uniti, ormai da tempo in preda ad una congestione dovuta ad una serie di cause e, a sua volta, sorgente di altrettante conseguenze nefaste sul commercio mondiale.
Un periodo difficilissimo per la logistica dovuto principalmente a una grande ripresa economica dei Paesi industrializzati, che ha spinto diverse aziende ad ordini di grosso volume per quel che riguarda materie prime e semilavorati, mettendo in crisi l’offerta di conduttori elettrici, microchip, carta, caffé, acciaio, scatoloni da imballaggio, tra gli altri.
Per gli spedizionieri, invece, la crisi si concretizza principalmente in un discorso temporale: è sempre più difficile infatti consegnare merce per tempo alla luce delle difficoltà di cui sopra.
Congestione e non solo: tempi duri per la logistica mondiale
La congestione non è tuttavia l’unico problema che attanaglia la logistica mondiale.
Il caso della mancanza latente di container vuoti da poter riempire rappresenta infatti un’altra importante problematica: un fenomeno strutturale, presente già da prima dell’avvento del Covid.
Il blocco del canale di Suez, la porta commerciale del Mediterraneo, di marzo scorso, ha generato ritardi nelle spedizioni talmente imponenti da far sentire ripercussioni tutt’ora, con probabili strascichi che arriveranno fino alla stagione invernale.
Il blocco dello scalo di Shenzhen, uno dei principali porti di spedizione da Oriente ad Occidente, avvenuto a causa di un focolaio Covid nell’area, è solo la punta dell’iceberg di una situazione davvero difficile, una logistica marittima che viaggia a singhiozzi ormai da quasi due anni e procurando danni enormi con ripercussioni anche sull’inflazione.
Non solo Stati Uniti: è una crisi mondiale
Il fenomeno della congestione riguarda, almeno allo stato attuale, “soltanto” il trasporto di beni di consumo, quindi prevalentemente le grandi navi portacontainer che attraversano pochi – ma fondamentali – porti nel mondo.
Già, nel mondo, perché anche l’Europa non è esente da questo fenomeno che sta procurando non pochi danni: i porti di Rotterdam, Anversa e Valencia, tre dei più importanti scali del Vecchio Continente, presentano situazioni per certi aspetti analoghe a quelle statunitensi, seppur in volumi minori.
Sistema di approvvigionamento mondiale in ginocchio?
Non ancora.
Ma un dato è certo: dall’avvento del Covid, passando per il blocco del canale di Suez, più gli scioperi in Australia ed altre situazioni di agitazione anche in Italia, fino ad arrivare alla congestione mondiale, il settore della logistica non se la passa proprio bene.
Nonostante questo però, il commercio del mare continua ad essere un traino dell’economia mondiale, ed è chiamato a tenere botta anche in mezzo a molte difficoltà.
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