Cina e neutralità climatica: obiettivo 2060
Inizia il lungo viaggio che, secondo i piani della Cina, dovrebbe portare Pechino alla neutralità climatica entro il 2060. La chiave, almeno stando alla programmazione cinese, è racchiusa nel carbonio: l’idea sarebbe infatti quella di creare il proprio mercato nazionale di carbonio seguendo l’esempio europeo del Sistema per lo scambio delle quote di emissione. Il trasporto marittimo, come diffuso anche dal dipartimento per il controllo dei rischi e dell’inquinamento presso la China Maritime Safety Administration (CMSA), verrà inserito con tutta probabilità in questo sistema.
Una vera svolta per la Cina
L’idea della Cina è quella di fissare un tetto alla quantità totale di alcuni gas serra che possono essere emessi nell’aria; un tetto da ridurre gradualmente nel tempo, appunto, con l’obiettivo rivolto al 2060, il nuovo “anno zero”. Il meccanismo prevederebbe inoltre un mercato delle emissioni, con la possibilità di acquistare o cedere (entro il tetto) quote di emissione che, se necessario, possono essere scambiate. A garantirne il valore sarebbe proprio la limitazione del numero totale di emissioni.
Con il picco di emissioni di carbonio previsto per il 2030, l’apertura immediata di questo mercato consentirebbe di pianificare l’abbattimento climatico nei prossimi 40 anni.
Il mercato sarà inizialmente legato all’anidride carbonica (CO2) derivante dalla produzione di energia elettrica, carbone e dai settori industriali ad alta intensità energetica, comprese raffinerie di petrolio e acciaierie.
La Cina del mare diventa green
Xu Jixiang, capo del CMSA, ha evidenziato la ferma volontà dell’inserimento del settore trasporto marittimo in questo mercato: l’idea è quella di una reale ed attiva partecipazione della Cina ai negoziati presso l’Organizzazione Marittima Internazionale, portando avanti concretamente la stesura di regole mondiali per formalizzare degli accordi volti allo sviluppo futuro e condiviso della Cina e di tutte le grandi potenze in un’ottica di sostenibilità e tutela dell’ambiente, non venendo meno a quelli che sono gli obiettivi economici dei singoli paesi.