Uno stato di arretratezza e un trend che va invertito
Presentato nei giorni scorsi il “Libro bianco” di Uniontrasporti che ha fotografato la situazione sul fronte delle infrastrutture e dei mezzi di trasporto in tutta Italia: la situazione abruzzese in tal senso è drammatica.
La nostra regione è infatti tra il 74° e l’89° posto analizzando le singole voci.
La mancanza di investimenti e di sviluppo dal punto di vista infrastrutturale è infatti anche la causa della scarsa crescita della nostra regione sotto l’aspetto economico, a dispetto di più aree industriali fra le più importanti d’Italia e due aree portuali di importanza nevralgica per l’area centrale del nostro Paese.
Trent’anni di galleggiamento per un territorio che avrebbe tutte le carte in regola per dimostrarsi competitivo a livello nazionale ed internazionale.
Qual è la situazione attuale e come va migliorata? Vediamolo insieme…
Abruzzo poco competitivo: investimenti sulle infrastrutture
La nostra regione, allo stato attuale, è impelagata in collegamenti lenti e farraginosi, anche in virtù della posizione, con gran parte delle zone strategiche d’Italia e d’Europa.
L’esempio più lampante è dato dai collegamenti ferroviari: il treno più veloce impiega per collegare Roma a Pescara oltre tre ore e venti per meno di 200 km, per collegare Roma a Milano sono sufficienti meno di tre ore: un rapporto iniquo ed estremamente dannoso in termini commerciali, ma anche ambientali, per l’Abruzzo.
Un’altra enorme problematica è data dall’autostrada: l’assenza della terza corsia nella nostra regione (le tre corsie si arrestano alle Marche) fa sì che si crei un vero e proprio imbuto, dando vita ad un impatto devastante in termini economici ed ecologici.
Infine la Trignina, l’unico collegamento tra l’area industriale sangrina e quella vastese con la Campania, è una strada ormai assolutamente inadeguata alle esigenze del 2022: non si può pensare che le infrastrutture dell’inizio degli anni ’90 possano restare valide anche oggi, con un mercato totalmente globalizzato e necessità distanti anni luce rispetto ad un’epoca ormai molto lontana, soprattutto in termini di commercio, trasporto e logistica di merci di ogni tipo.
Ortona e Vasto protagoniste tra mare e terra
I piani futuri sono affidati alle parole del Commissario ZES Abruzzo Mauro Miccio, che analizza il momento proiettando lo sguardo ad un futuro di investimenti nelle aree portuali di Ortona e Vasto, sui collegamenti ferroviari Ortona-Civitavecchia e sui collegamenti stradali.
«Per quanto riguarda la parte commissariale della Zes in Abruzzo – spiega Miccio – sul piano infrastrutturale abbiamo cinquanta milioni di euro di investimenti programmati che si intersecano, è bene ricordarlo, per esempio nel porto di Ortona con altri investimenti importanti per le banchine e altri interventi a carico dell’Autorità di Sistema Portuale, anche con l’utilizzo di fondi complementari legati al Pnrr».
«Ricordiamo poi che ci sono i soldi della Roma-Pescara che ammontano a oltre ottocento milioni di euro – sottolinea il Commissario – e che serviranno a favorire i collegamenti tra i due mari e che passano da Civitavecchia-Orte per arrivare a Ortona, e poi Ploce e Barcellona, come prevedono i corridoi europei nel progetto delle reti Tnt. Infine – chiosa – un altro importantissimo investimento è legato all’utilizzo dell’Adriatica da Trieste a Otranto che copre l’asse meridionale: è in questo caso l’automotive abruzzese ad aver bisogno di un collegamento, anche ferroviario, che si unisca a quello stradale della A14 con le criticità della terza corsia, e quella della A24 e A25 che, come sapete, per motivi giuridici è gestita dall’Anas»
L’auspicio è che si faccia presto anche in virtù delle procedure sono tutte semplificate e accelerate ed una grande collaborazione istituzionale e sociale di sindacati e imprese che abbiano chiesto e ottenuto”».
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